domenica 17 agosto 2008

Enough, Enough.. of being basely Tearful

In questo periodo non mi sento granchè bene. Quelle solite sensazioni del CAZZO che ti assalgono quando meno te lo aspetti e - soprattutto - quando i livelli di aspettativa nei confronti del tuo entourage e, più in generale, della vita sono così alti da essere delusi facilmente. Quando poi la p a z i e n z a si perde per il tragitto, la possibilità che ci si possa sentire addirittura insultati dagli eventi stessi sale rischiosamente.

Molti prendono per il culo i cosiddetti "Emo", per la loro - peculiare - abitudine di infliggersi del dolore fisico con lamette, taglierini e quant'altro di tagliente possano trovare tra le proprie dita. Ecco, nonostante non sia un amante di lame, non biasimo il loro atteggiamento mortificato e mortificante: molti pensano che recitino solamente una piccola parte per attirare su di sè l'occhio di bue scenico ma... se non fosse così? Voglio dire, a me capita spesso di sentirmi giù di corda, assolutamente stufo e d e p r e s s o per svariate vicissitudini controcorrenti. Sono un Emo? Sono uno psicopatico che non ha una vita? Non credo proprio. La vita ce l'ho e pure piuttosto intensa, purtroppo, nonostante la desideri un po' meno frenetica.
Il problema è che certe circostanze possono realmente addossare contro una persona delle situazioni, delle responsabilità ch'egli/ella stesso/a non si sarebbe mai aspettato e che, forse, non aveva ancora richiesto, giusto per dare la precedenza alle cosiddette "A S P I R A Z I O N I". E il negativo, si dice, non giunge mai da solo; si fa accompagnare da altre malignità che appesantiscono il carico da portarsi sul groppo. E così una persona si ritrova ripetutamente a sentirsi giù, assolutamente irritabile e ancor più introversa, forse perchè ce l'ha con il mondo che non fa niente, o probabilmente fa così troppo da aggravare la situazione. Sono colpe, queste, dell'essere coinvolto in prima persona?

Ma il fulcro centrale di tutto è questo

Vi siete mai trovati nella circostanza di chiedervi: "Ma... non ricordo più che sapore ha la felicità, non riesco più a rievocare quelle sensazioni di... boh, non mi riesce nemmeno a descriverle. Completamente dimenticato. Com'era?"

E' assolutamente demoralizzante, soprattutto perchè tutto ciò è quello verso cui tutti - e sfido chiunque a dirmi il contrario - aneliano; verso cui la gente, comune o meno, tende la mano (sempre troppo verso l'alto e mai a fianco, accanto alle persone care). Ma una persona a un certo punto è così abituato a determinate emozioni che si nutre e vive di quelle, perde completamente la capacità di trasformarle perchè ne risulta così assuefatto da quasi dispiacersi nel dover perdere tutto questo di... amico.

Devo assolutamente uscire da questo vortice, non ce la faccio più cazzo.

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