venerdì 7 dicembre 2007

"Perchè la cosa più importante..."



Grazie Andrew...

giovedì 6 dicembre 2007

Mi ricordo...

Ora vivo a Milano, non so quanti di voi lo sapessero. Per circa 20 anni ho vissuto invece nella provincia, in quei paesini importanti solo perchè "ti collegano con la Big City".
In questi paesi c'è sempre qualche posto, qualche panchina, qualche rumore che ti fanno ritornare in due secondi indietro nel tempo e ti fanno rimpiangere di quando piangevi perchè quel bastardo di tuo fratello ti stritolava le orecchie per pazzia, oppure perchè il pennarello non funzionava più. Io ne ho ben due.

1) il primo di questi è il campo che si trovava diagonalmente rispetto alla prima casa in cui ho vissuto. Non so perchè mi piacesse, ma ogni due per tre, quando l'agricoltura lo permetteva, cacciavo la testa contro la ringhiera del balcone e urlavo: "Mamma, mamma! Le balle (già da allora quell'attitudine...) di fieno! Corri corri!" E rimanevo fermo per ore a guardare 'sti mucchi, di fatto senza senso, ma che mi ipnotizzavano. E allora mia madre poteva stare tranquilla che quel giorno non c'era il rischio che mi facessi male o vedessi ombre strano (bimbo soprannaturale). Certo, non che mi lasciasse lì quando imperversava la bufera... Allora, tra l'altro, era una creaturina con un forte ascendente sulle persone tanto che, quando mi vedevano con la testa marchiata da due sbarre nere, si fermavano - che mi conoscessero o meno - alzavano la testa, sorridevano e mi salutavano con la mano; io, per cortesia, distaccavo un secondo gli occhi da quegli oggetti speciali, urlavo qualche parole di saluto per poi ritornare a quel mio hobby.

2) il secondo invece era un bar. E' una cosa comune, credo, nutrire tanti ricordi davanti a un luogo di ritrovo, soprattutto se molto frequentato. Non ricordo che nome avesse, fatto sta che lo ricordo solo come "dalla Gina e Piera"; in realtà, sia da piccolo che ora, è molto più normale che io dica "dalla GINEPIERA", tutto attaccato, come se quelle due vecchine fossero una singola entità. Di quel posto ho ben pochi ricordi se devo essere sincero; c'era però un elemento del bar che amavo e che amerei ancora oggi se il locale fosse ancora tenuto da quelle due simpatiche donne attempate. Era la macchina per il gelato. E' di fatto la stessa che usa il MC per comporre tre diversi tipi di gelati, ma quella era speciale: aveva tre bocchettoni, dai quali uscivano rispettivamente panna, cioccolato e panna&cioccolato. Se fossi stato in confidenza allora con la GinePiera e se fossi stato un bimbo sfrontato, mi sarei certo attaccato alle imboccature e mi sarei sparato valangate di gelato in bocca, fino a star male. Giuro, lo avrei fatto... ma no :(

Ah, memories...

mercoledì 5 dicembre 2007

RECENSIONE: "Mein Fuehrer"



Un po' di giorni fa sono andato al cinema con un amico e abbiamo scelto di vedere questo film. In realtà la sceltà è stata completamente mia, perchè volevo vedere qualcosa di divertente e ma che potesse anche insegnare direttamente qualcosa. Sfogliando un po' i giornali e le pagine virtuali di Internet ho trovato questo film e, leggendo un po' di critiche, alcune positive, altre nè entusiaste nè distruttive, mi sono incuriosito al punto di decidere di affrottarne la visione.

Sottotitolo "Die wirklich wahrste Warheit uber Adolf Hitler" (La veramente vera verità su Adolf Hitler, così come reso nella traduzione italiana) dà una sorta di indizio su quello che il film poi tratterà. A metà tra il comico e il grottesco, la vicenda si basa sul racconto di un attore ebreo, molto famoso all'interno del territorio tedesco, che viene convocato da uno dei lager nazisti in cui era stato relegato per assistere il Fuehrer nella preparazione dell'importantissimo discorso di Capodanno del '45. Questa orazione dovrebbe di fatto rianimare gli animi dei tedeschi e incitarli a combattere una guerra di fatto già persa. Hitler si trova in una situazione pessima, assolutamente abbattuto e depresso dalle perdite e dalle notizie riguardanti una Berlino ormai distrutta dalle bombe degli alleati. Il rapporto tra i due da odio (l'ariano lo denigra, l'ebreo è preso dalla voglia di ucciderlo), si sviluppa e si rafforza positivamente sulla base di una nascente fiducia che supera addirittura quella del Fuehrer per i suoi ministri e operatori, che spiano gli sforzi del loro Capo e ordiscono un imbroglio atto a sbarazzarsene scaricando poi la colpa sull'attore ebreo.

Di fatto il film non è male. Confesso di averlo trovato piacevole, una di quelle pellicole che ti scorrono velocemente senza annoiarti nemmeno un poco. Lo scenario, tra ricostruzioni al computer e scene girate in studio, è credibile e riprende i luoghi effettivamente vissuti dal Fuehrer e dal suo entourage. I personaggi sono davvero molto ben interpretati, soprattutto l'attore ebreo (di cui ora mi sfugge il nome!) il cui interprete è venuto a mancare poco tempo fa, RIP. Insomma, non sto qui ad annoiarvi con altre analisi che, tra l'altro, non sarei proprio in grado di fare ehehe... insomma andatelo a vedere, è un consiglio!
Poi ditemi se pensate come me una cosa: Hitler viene trattato in modo così buffo che, a un certo punto, fa addirittura compassione... soprattutto quando ricorda la sua infanzia. Unica pecca!
Ciau!

martedì 4 dicembre 2007

Elros' lament

There are few who'd deny, at what I do I am the best (Sono pochi quelli che negherebbero che sono il migliore in quello che faccio)
For my talents are renowned far and wide (Perchè le mie abilità sono rinomate ovunque)
When it comes to surprises in the moonlit night (Quando si tratta di sorprese alla luce della luna)
I excel without ever even trying (Eccello senza neppure provarci)
With the slightest little effort of my ghostlike charms (Con il più piccolissimo sforzo del mio carisma da fantasma)

I have seen grown men give out a shriek (ho visto adulti lanciare un urlo)
With the wave of my hand, and a well-placed moan (al gesto di una mia mano, e un lamento ben piazzato)
I have swept the very bravest off their feet (ho fatto perder l'equilibrio ai più coraggiosi)
Yet year after year, it's the same routine (eppure anno dopo anno, è la stessa routine)
And I grow so weary of the sound of screams (e divento così affaticato dal suono delle urla)
And I, Jack, the Pumpkin King (E io, Jack, Re delle Zucche)
Have grown so tired of the same old thing (mi sono stancato delle stessa vecchia faccenda)

Oh, somewhere deep inside of these bones (Oh, da qualche parte nel profondo di queste ossa)
An emptiness began to grow (un vuoto ha iniziato a crescere)
There's something out there, far from my home (C'è qualcosa la fuori, lontano da casa mia)
A longing that I've never known (un desiderio che non ho mai conosciuto)

I'm a master of fright, and a demon of light (Sono maestro dello spavento, e un demone della luce)
And I'll scare you right out of your pants (e te la farò far sotto dallo spavento)
To a guy in Kentucky, I'm Mister Unlucky (Per un tizio nel Kentucky, sono il Sig. Sfortuna)
And I'm known throughout England and France (e sono conosciuto in tutta l'Inghilterra e Francia)
And since I am dead, I can take off my head (e poichè son morto, posso togliermi la testa)
To recite Shakespearean quotations (e recitare citazioni Shakespeariane)

No animal nor man can scream like I can (Nessun animale o uomo può gridare come me)
With the fury of my recitations (con la furia delle mie performances)
But who here would ever understand (ma chi qui capirebbe mai)
That the Pumpkin King with the skeleton grin (che il Re delle Zucche con il grigno scheletrico)Would tire of his crown, if they only understood (si sarebbe stancato della sua corona, se solo capissero)
He'd give it all up if he only could (che abbandonerebbe tutto se solo potesse)

Oh, there's an empty place in my bones (Oh, c'è un posto vuoto nelle mie ossa)
That calls out for something unknown (che richiede qualcosa di sconosciuto)
The fame and praise come year after year (la fama e la lode arrivano anno dopo anno)
Does nothing for these empty tears (non fa nulla per queste lacrime vuote)

lunedì 3 dicembre 2007

Sensi

Giornata tranquilla... sono a casa a Milano e, di fatto, non sto studiando. Tra poco mi metterò a leggere due saggi di Storia dell'Arte che dovrò poi ripetere alla mia graziosa coinquilina Stella, per aiutarla nel suo esame di domani. Fingers Crossed!

Oggi pomeriggio sono stato in giro per Milano: dopo un colloquio, mi sono messo a passeggiare per qualche via della metropoli e ho osservato un po' la gente e il paesaggio urbano. Senza poi pensare a nulla di particolare, eh, però è sempre bene tenere allenati i propri sensi e stimolarli ogni qual volta ce ne sia bisogno. Se c'è una cosa che odierei alla follia (e mi scusino chi è affetto da queste deficienze), è quella di perdere la facoltà di uno dei sensi... ci sono troppo legato.
Per finire, vi scrivo un pezzo di canzone tratta dal testo "Ga inte Foerbi", cantata dallo svedese Peter Joeback con la collaborazione della norvegese Sissel, molto famosa in campo operistico.

"Ooh, nånstans där borta, en bit längre fram (da qualche parte, laggiù, un poco più avanti)
Finns dagar som lovar en varmare famn (ci sono giorni che promettono un abbraccio più caldo)
Och du vet var jag finns, och låt inte bli (e tu sai dove mi trovo, e non mi lasci in pace)
Du får inte gå nu, gå inte förbi, ooh" (non devi andartene ora, non allontanarti...)

domenica 2 dicembre 2007

Missione dell'anno: scoprire quante porte si devono chiudere per far aprire un portone...

Prima ne parlavo con la mia Tata ma forse (e perdonami se lo dico) non capisce quello che intendo. Mi chiedo in realtà perchè io lasci aperte così tante porte. Ho provato a chuderne una, due, cinque... ma il portone? forse l'unico che alla fine si aprà sarà quello chella chiesa dove celebreranno il mio funerale.
Dovrei decidermi a chiuderne giusto qualche migliaia, per evitare che prenda aria e che il mio stupido cuore volubile si ammali... ma ho perso troppe occasioni, ne ho buttate via milioni, ne ho stracciate a bizzeffe! Non posso permettermi di farlo ora, di chiudere la porta giusta, dif are la scelta sbagliata... anche se, diciamocela, forse dovrei smetterla di avere la mano sul pomello e aspettare che siano gli altri a raffreddarmi il palmo con l'ootone della maniglia...
Buoni consigli io do, ma seguirli poi non so...

Tu ci credi?

Non capisco perchè alcuni si debbano così tanto accanire contro la così definita "ipocrisia" natalizia che accende la gente e li spinge ad addobbare casa, prato e cagnolino. Che problema c'è? Non vedo il motivo di tanto brusio ai danni di queste abitudini ormai consolidate da anni.
La gente è buona solo a Natale? Vero.
Non servono regali per dimostrare il proprio affetto a una persona? Vero.
Ma perchè contestare così tanto...? Purtroppo non si capisce che tanta più insicurezza c'è nella vita di tutti i giorni, tanto più ci si aggrappa a tradizioni e a credenze che ci sollevino un po', ci distraggano momentaneamente dalle nostre paure.
E poi la tradizione è cultura e storia, e senza queste, noi non siamo.