sabato 23 agosto 2008

Ich fordre den Kopf des Jokanaan!

SALOMÉ (inginocchiandosi)
Voglio che mi si porti subito, in un bacino d'argento...

ERODE (ride)
In un bacino d'argento? Ma certo, in un bacino d'argento. È incantevole, vero? E cosa vuoi che ti si porti in un bacino d'argento, mia cara, mia bella Salomé, tu che sei la più bella di tutte le figlie di Giudea? Cosa vuoi che ti si porti in un bacino d'argento? Dimmelo. Qualunque cosa sia, ti sarà data. I miei tesori ti appartengono. Che cos'è, Salomé.

SALOMÉ (alzandosi)
La testa di Iokanaan.

[...]

ERODE
No, no.

[...]

ERODE
No, no, Salomé. Non chiedermi questo. Non ascoltare tua madre. Ti dà sempre cattivi consigli. Non devi ascoltarla.

SALOMÉ
Non ascolto mia madre. È per piacere mio, tutto mio, che chiedo la testa di Iokanaan in un bacino d'argento. Hai g i u r a t o, Erode. Non dimenticare che hai giurato.

ERODE
Lo so. Ho giurato sui miei dèi. Lo so bene. Ma ti supplico, Salomé, chiedimi un'altra cosa. Chiedimi la metà del mio regno, e te lo darò. Ma non chiedermi quello che mi hai chiesto.

SALOMÉ
Ti chiedo la testa di Iokanaan.

ERODE
No, no, non voglio.

SALOMÉ
Hai giurato, Erode.

[..]

ERODE
[...] Andiamo, Salomé, bisogna essere ragionevoli, vero? Vero che bisogna essere ragionevoli? Non sono mai stato duro con te. Ti ho sempre amata... Forse ti ho amata troppo. Perciò non chiedermi questo. È orrendo, è spaventoso chiedermi questo. In fondo non credo che tu faccia sul serio. La testa mozzata di un uomo, è una cosa brutta, vero? Non è il tipo di cose che una vergine debba guardare. Quale piacere te ne potrebbe venire? Nessuno. No, no, tu non vuoi questo... Ascoltami per un attimo. Ho uno smeraldo, un grosso smeraldo tondo che il favorito di Cesare mi ha mandato. A guardare quello smeraldo in trasparenza, puoi vedere delle cose che avvengono ad una distanza immensa. Cesare stesso ne porta uno perfettamente simile quando va al circo. Ma il mio è più grande. Lo so bene che è più grande. È il più grande smeraldo del mondo. Vero che è quello che vuoi? Chiedimi quello smeraldo e te lo darò.

SALOMÉ
Chiedo la testa di Iokanaan.

ERODE
Non mi ascolti. Perché non mi ascolti? Insomma, lasciami parlare, Salomé.

SALOMÉ
Chiedo la testa di Iokanaan.

ERODE
No, no, non è questo che vuoi. Lo dici soltanto per rattristarmi, perché ti ho guardata per tutta la sera. Eh sì, è vero. Ti ho guardata per tutta la sera. La tua bellezza mi ha turbato. La tua bellezza mi ha terribilmente turbato, e ti ho guardata troppo a lungo. Ma non lo farò più. Non bisogna guardare né le cose né la gente. Bisogna guardare soltanto negli specchi. Perché gli specchi ci mostrano soltanto maschere... Oh! Oh! Vino! Ho sete... Salomé, Salomé, restiamo amici. Insomma, vedi... Cosa volevo dire? Cos'era? Ah, ricordo!... Salomé! No, vieni più vicino. Temo che tu non mi senta... Salomé, tu conosci i miei pavoni bianchi, i miei pavoni bianchi, che passeggiano per il parco tra i mirti e gli alti cipressi. Hanno i becchi dorati, e anche il frumento che mangiano è dorato, e le loro zampe sono tinte di porpora. La pioggia arriva al loro grido, e quando si pavoneggiano la luna appare nel cielo. Camminano accoppiati tra i cipressi e i mirti neri, e ciascuno ha un suo schiavo che bada a lui. A volte volano tra gli alberi e a volte si coricano sull'erba e intorno allo stagno. Non ci sono al mondo uccelli così meravigliosi. Non c'è re al mondo che possegga uccelli così meravigliosi. Sono sicuro che nemmeno Cesare possiede uccelli così belli. Ebbene, ti darò cinquanta dei miei pavoni. Ti seguiranno dappertutto, e in mezzo a loro tu sarai come la luna in mezzo a una grande nube bianca... Te li darò tutti. Ne ho soltanto cento e nessun re al mondo possiede pavoni come i miei, ma te li darò tutti. Soltanto devi liberarmi della mia promessa e non chiedermi ciò che mi hai chiesto.

(Vuota il calice di vino)

SALOMÉ
Dammi la testa di Iokanaan.

[...]

ERODE
[...] Salomé, rifletti a quello che fai. Quell'uomo viene forse da Dio. Sono sicuro che viene da Dio. È un sant'uomo. Il dito di Dio l'ha toccato. Dio ha messo nella sua bocca parole tremende. Nel palazzo così come nel deserto, Dio è sempre con lui... Almeno, può essere così. Non si sa, ma può darsi che Dio sia sempre per lui e con lui. Perciò se morisse, forse mi accadrebbe una disgrazia. Insomma, lui ha detto che il giorno della sua morte sarebbe accaduta una grande disgrazia a qualcuno. Poteva soltanto alludere a me. Ricordi, sono scivolato nel sangue quando sono entrato qui. Poi ho sentito un battito d'ali nell'aria, un battito d'ali gigantesche. Sono bruttissimi auguri. E ce n'erano altri. Sono sicuro che ce n'erano altri, benché io non li abbia visti. Allora, Salomé, non vuoi che mi accada una disgrazia? Non lo puoi volere. Insomma, ascoltami.

SALOMÉ
Dammi la testa di Iokanaan.

ERODE
Vedi che non mi ascolti. Ma rimani calma. Io sono calmissimo. Sono perfettamente calmo. Ascolta. Ho dei gioielli nascosti che nemmeno tua madre ha mai visto, gioielli straordinari. Ho una collana con quattro fili di perle. Sembrano lune incatenate con raggi d'argento. Sembrano cinquanta lune imprigionate in una rete d'oro. Una regina l'ha portata sull'avorio dei suoi seni. Tu, quando la porterai, sarai bella come una regina. Ho delle ametiste di due speci. L'una è nera come vino. L'altra è rossa come vino mischiato con acqua. Ho dei topazi gialli come occhi di tigre, topazi rosa come occhi di piccione, e topazi verdi come occhi di gatto. Ho degli opali che ardono sempre di una fiamma gelida, opali che rattristano le menti e temono le tenebre. Ho delle onici simili alle pupille di una donna morta. Ho delle seleniti che cambiano con la luna e impallidiscono alla luce del sole. Ho degli zaffiri grandi come uova e azzurri come fiori azzurri. Dentro vi vaga il mare, e la luna non viene mai ad intorbidire l'azzurro dei suoi flutti. Ho dei crisoliti e dei berilli, dei crisopazi e dei rubini, delle sardoniche e dei giacinti, e dei calcedoni, e te li darò tutti, proprio tutti, e vi aggiungerò altro. Il re delle Indie mi ha appena mandato quattro ventagli fatti con piume di pappagalli, e il re di Numidia un vestito fatto di piume di struzzo. Possiedo un cristallo che le donne non hanno il permesso di vedere, e che persino i giovanetti non possono guardare prima di essere stati frustati con verghe. In un cofanetto di madreperla ho tre turchesi miracolosi. Quando li si porta sulla fronte si possono immaginare cose che non esistono, e quando li si tiene in mano si possono rendere le donne sterili. Sono tesori pregiatissimi. Sono tesori senza prezzo. E non è tutto. In un cofanetto d'ebano ho due calici d'ambra che assomigliano a mele d'oro. Se un nemico versa veleno in questi calici, prendono l'aspetto di mele d'argento. In un cofanetto intarsiato di ambra ho dei sandali ornati di vetro. Ho dei mantelli che vengono dal paese dei seri e dei braccialetti ornati di carbonchi e di giada che vengono dalla città dell'Eufrate... Insomma, cosa vuoi, Salomé? Dimmi cosa vuoi e te lo darò. Ti darò tutto quello che chiederai, tranne una cosa. Ti darò tutto ciò che possiedo, tranne una vita. Ti darò il mantello del Sommo Sacerdote. Ti darò il velo del santuario.

[...]

SALOMÉ
Dammi la testa di Iokanaan.

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