lunedì 17 dicembre 2007

Lettera a una madre...

Ciao mamma...
è un po' che volevo scriverti questa lettera. Mi ero ripromesso che l'avrei fatto a Natale come "regalo"... - Cosa regali a tua madre quest'anno? - La verità!... Pensa come suona bene, sembra tutto molto profondo ed elegante da dire. Certo, a farlo diventa complicato e, per me, irrealizzabile. Infatti come vedi lo scrivo sul mio blog, che tu non sai nemmeno esistere, non sai nemmeno cos'è un blog; buffo, ti tengo pure bloccata su messenger per non farti vedere quello che è la mia vita e come porto avanti le mie giornate. Ogni tanto voglio vederti sbatterti per sapere quello che mi gira per la testa, quelli che sono i miei sentimenti positivi e negativi. Tutto troppo semplice leggerli da una pagina del Web.

E' un sacco di tempo che penso e ripenso al nostro striminzito rapporto, a quella relazione da una parte fertile e dall'altra profondamente arida, ravvivata qualche volta da un debole filo d'erba che colora l'atmosfera. Quelle domande mai poste nei miei confronti, ma sempre pronte da rivolgerti quando tornavi a casa dal lavoro... abbracci innocenti accompagnati da un tuo "Sei viscido, di cosa hai bisogno?". Ma sopporto, sopporto perchè l'abitudine a volte può riuscire anche a trascinarti via dal dolore, ti assuefa a quella sensazione di dispiacere e ti rende immune da qualsiasi altro sentimento negativo proveniente da un'analoga situazione. Assieme al cortisone, è la mia droga migliore.

Poi ci sono quei due amici che non hai mai sopportato ma che mi hanno dato di tutto, dall'amicizia, all'amore, alla fratellanza, alla sensazione di famiglia. Tu non li sopporti perchè mi allontanano da te, mi distaccano dal giusto cammino, mi contaminano... ma mi chiedo se a volte hai mai capito che mi rendevano molto più felice di quello che potevi fare tu in quel momento, troppo preoccupata ad andare al lavoro per curare l'aspetto pecuniario mio e di mio fratello. Ma non basta, sai? No, non è mai bastato... come vedi a lavorare ci posso pensare anche io e ti sto dando la dimostrazione che, nonostante apprezzi molto i sacrifici che hai fatto e che stai tuttora facendo per me, forse una parola dolce o un interessamento in più avrebbero cambiato la situazione e avrebbero disseminato radici che non mi avrebbero più fatto distaccare da casa...
Me ne sono andato invece. Ora sono a Milano e nonostante a volte mi penta della scelta che ho fatto, preferisco soffrire in questo modo che stare in casa e rifiutarmi capricciosamente di giocare a carte con te.

Al lavoro, le tue vecchiette mi dicono che sei una gran donna, sei estremamente laboriosa e ti sbatti in quattro per riuscire a fare bene il tuo lavoro. Be', io sono fiero di te, sei una persona eccezionale da quel punto di vista e non lo rinnegherò mai. Sei forte, ti sei forgiata un'armatura sui tuoi sbagli e sulla stronzaggine degli uomini che hai incontrato per la tua strada... ma forse hai mancato qualcosa.

Questa sì, è un'egoistica lettera d'accusa a un mancato qualcosa, alla tua dannata incapacità di capire che hai un figlio che vorrebbe condividere tutto della sua vita ma che è incapace di agire a causa del tuo paraocchi mentale, che ti impedisce di vedere oltre; a causa di quel tuo farti condizionare così tanto dal parere degli altri e dal cercare così protettivamente di mettermi sotto una campana di vetro che non fa altro che allontanarmi.
Un figlio scapestrato e l'altro frocio, che destino per una madre...
Eppure io ti voglio bene, devo ancora capire se quello che provo è verso la persona o vero la "madre"...
Fatti viva ogni tanto, mi raccomando.
Sempre e comunque tuo figlio,
Alberto

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima veramente.. Scrivi in modo perfetto e da ql ke scrivi sei molto intelligente.. xk nonostante il rapporto cn tua madre tu 6 sempre orgoglioso di lei... ciao ciao bacio.. luca

Anonimo ha detto...

ke sfigato!