lunedì 17 dicembre 2007

Racconto #1

Ieri stavo camminando per casa. Non c'era nessun altro con me, vagavo alla ricerca di qualcosa che non ricordo con l'unica compagnia del mio soriano nero. Mi piace sentire il rumore dei miei piedi nudi sul pavimento freddo; è un rumore incostante, a molte muto, a volte rimbombante, dipende da come poggio il piede. Cercavo nei cassetti. Ne aprivo uno, rovistavo, scartabellavo e richiudevo. Un altro. Niente. L'ennesimo. Nemmeno qui. Scoprivo solamente che il mio disordine arriva a dei livelli a dir poco spaventosi. Più che altro, dovrei mettere ordine nel disordine: mettere a caso tutte le cose dello stesso tipo. Dare a Cesare quel che è di Cesare. Che confusione. Una volta a furia di aprire e chiudere cassetti si è crepato l'acquario sdraiato sopra il mobile; davvero pesante da svuotare, far traslocare i pesci, comprarne uno nuovo.
Mentre cercavo nel portagiornali, ho sentito un rumore e mi sono girato. Non c'era fortunatamente nessuno, non sarei stato nè presentabile nè avrei saputo come comportarmi di fronte a uno sconosciuto in casa mia. Mi sono rigirato e ti ho visto.
Che spavento! Non mi aspettavo di vederti, anche perchè era tanto tempo che non ci incontravamo. Dio come sei cambiato! Assolutamente non ti avrei riconosciuto. Con quel taglio strano, chi te l'ha fatto? Non mi piaci, stavi meglio prima. Anche perchè con quel viso sciupato e allungato quei capelli ti imbruttiscono. Sei invecchiato eh? Quanti anni sono che non ci vediamo, che non parliamo? Tu dici? No, di più... Come stai? No, non dirmelo. Certo che il tuo viso è diventato eloquente, molto. Non me lo sarei aspettato da te. Ti ricordi quando andavamo d'accordo? Come dici? Non osare! Però non sei cambiato affatto in altezza, a un certo punto non ci si alza più. Nanetto che non sei altro! Mi prendevi in giro da piccolo, e guardati ora! Chi sputa in cielo, in faccia torna, come dice mamma. Oddio copriti! No, non posso vederti nudo in queste circostanze, ora mi imbarazza. Come se vedessi un estraneo e poi non mi piaci lo sai! Per favore copriti ho detto! Dove sono quei jeans che ti eri comprato e che ti piacevano tanto? Indossabili, creatura senza pudore! Mio dio... ho di fronte una puttana. Vestiti immediatamente. E non assumere quello sguardo con me, solo io ne ho il diritto. Ma... copione. Hai sempre avuto la mania di copiare gli altri, come la Convulsiva. Te la ricordi alla festa? Idiota. Come te d'altronde, copi per assecondare i gusti degli altri, per compiacere, farti volere bene. Ma tutti ormai ti conoscono, che credi? A volte mi fai davvero schifo. Dai capelli del cazzo a quei tuoi piedi deformi. Guardati e disgustati.
Eri incazzato, mi guardavi incazzato e con aria di sfida. Non ce l'ho fatta e ti ho tirato un pugno in pieno volto, centrandoti sul naso. Mi sono tagliato con del vetro e il sangue è iniziato a uscire. Sono andato a medicarmi ed eri a terra. Un occhio ai piedi del divano, l'altro con il naso erano accanto alla scrivania. Ti ho proprio ridotto in mille pezzi.
Non sei cambiato per nulla...

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