domenica 30 dicembre 2007

Nooooccioline, torroncini, lecca-lecca, palloncini e zumpapaaa...

Se c'è una cosa che amo particolarmente è quando le persone smontano i propri scudi di coerenza e costanza con le medesime mani che li hanno creati, specialmente quando questo riguardo degli "idoli". No, non sto parlando delle solite immaginetti tv/holliwoodiane; mi riferisco piuttosto a quelle religiose: Gesù, la Madonna e i loro amichetti santi.

Oggi stavo andando al lavoro e mi sono soffermato una decina di minuti in stazione centrale, per comprarmi qualcosina da bere a quei chiostri disposti un po' come le tessere dello scarabeo per tutto il piano di gioco: dicesi "alla cazzo". Cammina cammina e mi ritrovo a sorgeggiare del The alla pesca (senza sapore, tra le altre cose) davanti alla "vetrina" - se così posso chiamarla - di un "negozio" - se così posso chiamarlo - di "oggettistica" - se così posso chiamarla. Bene, il panorama che mi si è presentato davanti è stato più o meno questo:
- Madonnine con ogni sorta di abito (Milano, d'altronde, è la capitale della moda) e trucco. Chi in ginocchio penitente; chi in piedi al centro di un tempietto/gazebo dai cui lati scendevano fili trasparenti che portavano con sè quelle che dovevano assomigliare a goccioline che scivolavano con grazia dalla cupoletta della costruzione fino ai gradini, accarezzati da più che palesamente finti erbette e fiori esotici.
- Accanto a queste stesse donne immacolate giacevano statuine di, suppongo, conigliette playboy con il classico completino nero che poco lascia immaginare, nemmeno il fatto che, anche se quella donnina fosse stata vera, il materiale del seno prorompente non sarebbe cambiato.
- Le classiche fatine delle piante con le ali a forma di foglia (scosciate anch'esse) con uno sguardo che dice "vieni, vieni, in paradiso ti ci porto io..." e che dopo averla comprata scopri che ha come nome MOANA. Classica simbologia cristiana, no?
- Classici piattini, ricostruzioni, cartoline del duomo che ormai conoscono anche nel terzo mondo (o forte vengon fatte lì?)
- Ampolline malefiche, di quelle decisamente adatte per essere riempite con liquori che ti scaldano il cuore, i polmoni ma che ti congelano le vie del cerebro e fanno scivolare disgraziatamente i neuroni...
E come dice sempre Elros (me medesimo): chiamasi coerenza questa sul dizionario...

Ma soprattutto... alzo gli occhi e vedo che il negozio si chiamava "Souvenir". Ora, non voglio peccare di presunzione, ma dopo 6 anni di francese credo, come un po' tutti, di sapere che "souvenir" deriva dal francese SOUVENIR che significa Ricordare... Ergo: un souvenir è qualcosa che ti ricorda una città...
Padre Pio, non era di Pietralcina?!

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